1973
Il capo istruttore della "Jim Russell driving School" disse a proposito dell'allievo Gilles Villeneuve: "Immediatamente vidi che era un tipo eccezionale. Si sistemò in una delle auto da corsa della scuola e andò forte come non avevamo mai visto fare a nessun altro prima."
1974
È in Formula Atlantic che Villeneuve comincia a farsi notare. L'incremento di potenza rispetto alla Formula Ford non lo spaventa anzi, lo stimola ancora di più.
1974
Sin dai primi anni di gare, Gilles aveva l'abitudine di trascorrere molto tempo con le sue vetture, quasi fosse un modo per entrare in simbiosi con il mezzo meccanico.
1975
L'appannamento all'interno del casco integrale tormentava tutti i piloti ma non Gilles. Lui si fasciava il volto al di sotto degli occhi con il nastro adesivo, per espellere il respiro fuori, attraverso la parte bassa della calotta. Aveva fatto tante volte così, nelle gare di motoslitta, per tenere la visiera pulita.
1975
Villeneuve aveva discrete conoscenze in materia meccanica e durante i primi anni, si occupava di persona nella messa a punto della sua vettura.
1975
Gilles era molto riservato nei riguardi della sua famiglia. Prima di ogni gara era solito dire loro: "Aspettatemi, non ci metterò molto."
1975
22 giugno, arriva anche la prima vittoria importante, siamo sul circuito di Gimli nello stato di Manitoba in Canada. Primo davanti a Bobby Rahal.
1975
I circuiti cittadini esaltavano le sue doti di guida. "È un po' come correre in motoslitta, solo che lì i muri sono di neve" diceva.
1976
La marca di motoslitte per cui Villeneuve aveva corso l'inverno precedente lo sponsorizza per qualche gara, poi Gilles chiederà un prestito al suo futuro manager Gaston Parent. Nell'ultima gara della stagione corre grazie al contributo della Direct Film.
1976
Gilles conquista la stima e il rispetto dei suoi colleghi. Eccolo ricevere i complimenti dal suo rivale Bill Brack dopo l'ennesima vittoria della stagione.
1976
A Trois Rivières, Gilles strapazza gli avversari più blasonati giunti dall'Europa per partecipare alla gara più importante della Formula Atlantic. Sarà il suo passaporto per la Formula 1.
1976
Gilles, ai box, guarda attentamente il Gran Premio del Canada sul circuito di Mosport, in compagnia della moglie Joanna (a sinistra).
1976
La sua famiglia era molto importante e lo seguiva sempre in tutti i circuiti del mondo. "Non posso fare a meno di loro" disse un giorno.
1976
Dopo aver dimostrato tutto il suo talento in Patria, Gilles ormai si sente pronto per il grande salto in Formula 1. Non passerà tanto tempo ancora...
1977
Gilles approda in Formula 1 nel Gran Premio di Gran Bretagna a Silverstone. Al traguardo arriverà undicesimo a due giri dal vincitore James Hunt, ma Enzo Ferrari gli ha già messo gli occhi addosso e due mesi dopo è in quel di Maranello.
1977
Eccolo al debutto sulla Ferrari 312T2. Siamo a Mosport, in Canada e Gilles è stato chiamato a sostituire il pilota austriaco Niki Lauda che ha definitivamente rotto i rapporti con la scuderia del cavallino rampante.
1977
Circuito del Fuji in Giappone: deludente il risultato nelle prove, ma per Gilles viene subito coniato il soprannome di "Aviatore" dopo lo spettacolare incidente in gara con la Tyrrell di Ronnie Peterson.
1978
A meno di nove mesi dal suo primo Gran Premio e a sei mesi dal suo arrivo in Ferrari, il piccolo canadese è già in testa ad una corsa. Siamo a Long Beach, ma al trentottesimo giro, un'incomprensione con il doppiato Clay Regazzoni, lo mette fuori gioco.
1978
Finalmente la prima vittoria, proprio nell'ultima gara della stagione, in Canada. Fino ad allora, pochi erano disposti a puntare sul nuovo pilota Ferrari, ma da lì inizierà la sua rimonta nella considerazione di tutti.
1978
Temperamento freddo, a volte quasi distaccato, difficilmente perdeva la calma anche prima delle gare importanti. Scendeva ai box un'ora prima della corsa e si preparava alla competizione. Erano molti i colleghi che gli invidiavano questo lato del suo carattere.
1978
La sua tuta ed il suo casco erano costellati di sponsorizzazioni. Ma Gilles non era avido: "I soldi sono importanti, ma credo che nessuno debba lasciarsi soffocare dal denaro. Se questo diventa il tuo unico interesse, allora è meglio lasciar perdere con le corse."
1979
Leale e corretto in pista quanto nella vita di tutti i giorni, Villeneuve aiuta il compagno di scuderia Jody Scheckter nella conquista del campionato del mondo piloti.
1979
Calmo, sereno, con l'aria indifesa, Gilles fuori dalla pista era davvero un'altra persona. Ma in corsa si trasformava e diventava un gigante.
1979
La guida di Gilles è sempre stata disinvolta, spettacolare. È questo il motivo per cui in poco tempo, è riuscito ad infiammare gli sportivi di tutto il mondo e ad instaurare con il pubblico un vero e proprio rapporto d'amore.
1979
L'esperienza accumulata nelle gare di motoslitta, dove le condizioni atmosferiche erano proibitive, aveva fatto di lui un maestro della pioggia. Sui circuiti bagnati, il suo talento si esprimeva al massimo.
1979
"Finché la macchina va avanti, io la guido. A me piace correre al limite, sempre e comunque."
1979
"Prima della fine della mia carriera riuscirò a scrivere il mio nome nell'albo del mondiale, ma se ciò non dovesse capitare è lo stesso. Io corro perché mi piace."
1979
A dimostrazione del suo carattere irriducibile, Villeneuve non si tirava indietro nemmeno nelle competizioni non ufficiali. Anche ad Imola, nel corso di una gara non valida per il campionato del mondo, fu protagonista con Niki Lauda, poi vincitore, di un accesissimo duello.
1980
"Corro per arrivare primo ed anche quando non posso vincere, mi piace correre lo stesso, semplicemente per correre. È il mio mestiere e niente mi ferma. Se non la pensassi così, non potrei fare il pilota."
1980
Una stagione disastrosa con la Ferrari 312T5: la vettura è un aggiornamento di quella campione del mondo dell'anno precedente, ma lo sviluppo tecnico non è assolutamente all'altezza della concorrenza. Gilles, comunque, è sempre al limite.
1980
"Amo e rispetto il pubblico perché è per la gente che le corse esistono. Per questo credo che bisogna sempre impegnarsi al massimo, per offrire a chi ci viene a vedere un vero spettacolo."
1980
"Sono realista: io mi guadagno la vita facendo una cosa che adoro e so benissimo che ogni anno esco di strada una o due volte, perché altrimenti vuol dire che non mi sto impegnando abbastanza. Se domani mi succede un incidente e mi rompo le gambe, non mi sorprenderò perché so che è una possibilità. Per quanto riguarda restare ucciso, non credo che succederà, meglio così."
1980
Gilles ha usato il casco dell'americana Bell fino a circa metà della stagione 1979, poi passerà definitivamente alla GPA, ditta francese che forniva già diversi altri piloti. Anche il colore cambierà: dal rosso al più tenue arancione.
1981
La stagione del motore turbo Ferrari stava per cominciare e Gilles era molto fiducioso sulle possibilità della sua vettura. Sapeva che sarebbe stato un anno di transizione e di sviluppo, ma poteva finalmente arrivare anche qualche risultato.
1981
"So quello che posso e quello che non posso fare; lo ammetto, sono un po' pazzo con le macchine ma io sono fatto così. Adoro guidare la macchina da corsa al limite, quando devo girare due secondi meno del possibile perché sono in testa, mi annoio."
1981
A chi gli chiedeva cosa pensasse della morte, Gilles serafico rispondeva: "Non ci penso mai. Sarebbe sciocco pensarci. Quando decide di arrivare non ci puoi fare nulla. Il mio è un mestiere pericoloso, ma oggi tutto è pericoloso."
1981
"Non rallento mai, tranne quando sono in testa. Non mi è mai capitato di uscire da una macchina e dire: avrei potuto provare a fare di più."
1981
È stato sicuramente il pilota più distruttivo nella storia della Ferrari, ma il Commendatore gliene faceva quasi un merito e lo paragonava, per l'irruenza e l'aggressività, ad un altro grandissimo mito del passato: Tazio Nuvolari.
1981
21 giugno, Spagna, circuito di Jarama a Madrid. In molti quel giorno lo vedranno solamente così.
1981
Irruento, deciso, caparbio e combattivo fino all'esasperazione, Gil in corsa è comunque sempre stato correttissimo e leale.
1982
Zolder. Questa è l'ultima foto scattata alla Ferrari numero 27, poche centinaia di metri prima della fatidica curva Terlamen dove si scontrerà con la March di Jochen Mass.
1982
Durante i suoi pochi anni in Formula 1, Gilles Villeneuve diventò una figura carismatica perché, ogni volta che guidava, metteva alla prova la sua mortalità. Questa è l'ironia della sorte: come una leggenda da corsa, adesso Gil è immortale.